Durante le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri, sono due le formule con le quali il sacerdote pone la cenere sul capo dei fedeli. La più utilizzata, che tutti conosciamo, è “Convertiti e credi al Vangelo”. La seconda, quasi scomparsa ma per certi versi molto più emblematica perché richiama la fedeltà alla terra, è

“Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”.

Quest’ultima ci fa quasi sorridere e ci ricorda un po’ Troisi in Non ci resta che piangere, quando il monaco gli dice: «Ricordati che devi morire!» e lui risponde: «“Sì, sì, no… mo' me lo segno!».

Come Comunità Capi, abbiamo riflettuto sul senso della Quaresima, un periodo dedicato a fare verità in noi stessi, a sostare sulle domande di senso che ci abitano, ad accettare completamente la nostra essenza per farne qualcosa di nuovo.

Tornare alla polvere, quindi, ricondurci alla radice di quello che siamo, all’Adam il terrestre, plasmato dalla polvere che ci costituisce. Questo sarà per noi il nucleo della Quaresima: un misto di Sapienza, che permettere di conoscerci, e di Follia, per accettare ciò che siamo aggiungendo novità al nostro essere autenticamente donne e uomini. Un misto tra sapienza e follia, sapore e freschezza, che vuole portare novità e scossoni di positività alle nostre vite: insomma un periodo che non può scorrerci addosso lasciandoci indifferenti.

Non pentimento e sacrificio, quanto piuttosto un momento delle nostre vite in cui fermarsi e focalizzare quel quid che possiamo aggiungere alla nostra quotidianità, quel pizzico di sale che può dare sapore ad un piatto che siamo abituati a mangiare tutti i giorni. Solo attraverso questa consapevolezza potremo portare davvero a compimento quel “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 9, 1.5) con cui Dio esorta Noè e la sua discendenza ad essere nuovi nel mondo e a portare novità in tutto ciò che li circonda.

La base per assecondare quest’invito è la fede, quindi la fiducia. Nel nostro ruolo di educatori ci chiediamo: cosa permette a noi adulti di fidarci di un bambino o di un ragazzo? E perché dovremmo farlo? E cosa permette ad un bambino di fidarsi di un adulto? Di me? E perché dovrebbe?

Sono queste le questioni che renderanno viva la Quaresima della nostra Comunità Capi, che desideriamo non sia un periodo come un altro, ma un momento di costante novità e conoscenza di noi stessi.