Il titolo è un vecchio adagio molto caro tra gli scout, attribuito probabilmente al fondatore stesso dello scoutismo, Baden Powell.

Quando a marzo è iniziato il lockdown, nessuno immaginava che la situazione di emergenza sarebbe continuata, seppur con un livello di allerta diverso, fino all’estate.Nei mesi successivi a marzo ci siamo inventati svariati modi per raggiungere i ragazzi del gruppo e creare occasioni di “incontro”… virtuale. Poi giugno è arrivato, e con lui una domanda: come e perché proporre, come nostra abitudine, dei campi (in presenza!) durante l’estate? È possibile mettere insieme dei ragazzi per diversi giorni (pasti e pernotto compresi) in modo sicuro e rispettoso della normativa, senza snaturare le attività che ci contraddistinguono?

Alla Comunità Capi è apparso subito chiaro che sarebbe stata una sfida difficile e sarebbe stato necessario scendere a diversi compromessi. D’altra parte “parcheggiare” un’estate di esperienze significative, crescita, relazioni e divertimento in attesa di tempi migliori ci sembrava proprio un’occasione persa, tra l’altro in un tempo in cui abbiamo, purtroppo, già perso molto. Di più: ci sembrava bello poter trasmettere che, se una cosa ha valore e pensiamo sia importante, piuttosto che arrendersi o aspettare è meglio mettersi all’opera e cercare di trovare un modo di concretizzarla, per quanto possibile… se la strada non c’è, inventala.

Ecco i racconti della nostra estate al tempo del coronavirus.

L/C

Ecco un breve racconto delle Vacanze di Branco, scritto da Alessandro che sta lavorando per la sua specialità di giornalista!

Il campo estivo del Branco Luna Piena è iniziato il 27 luglio a Cevo. Siamo arrivati alla casa del campo tutti ad orari diversi: ad attenderci c’erano i lupetti più grandi che passeranno in Reparto e ci hanno fatto vedere le camere, i bagni e il refettorio. Il tema di questo campo estivo era la scoperta del cielo e delle stelle con l’aiuto di alcuni astronauti della Nasa che ci hanno fatto dei quiz, delle prove di forza e agilità. Durante il campo abbiamo fatto anche dei lavoretti: abbiamo costruito il nostro sistema solare e abbiamo messo dei chiodini su una tavoletta di legno in modo che formassero dei disegni che abbiamo ripassato con la lana. Durante le Vacanze di Branco siamo andati alla pineta di Cevo per cercare i razzi della nostra astronave insieme all’equipaggio e abbiamo scoperto che T-Man, uno degli astronauti, non era stato ammesso alla missione spaziale e per la rabbia si voleva vendicare... L’ultima sera ci ha rubato i razzi e si è nascosto, ma noi abbiamo trovato una mappa grazie alla quale siamo riusciti a capire dove trovarlo: era in pineta! Siamo andati a cercarlo e dopo una battaglia con lui e i suoi complici abbiamo recuperato i razzi. Alla fine della serata abbiamo visto le costellazioni e le stelle cadenti e poi siamo tornati a casa. L’ultimo giorno abbiamo vissuto il momento della Rupe del Consiglio, in cui ci siamo raccontati com’è stato il campo per noi ed abbiamo scoperto che Ko e Chil l’anno prossimo non saranno più con noi. Dopo aver pranzato abbiamo aspettato i nostri genitori e siamo tornati a casa. (Alessandro P.)

Campo Estivo

Da sabato 1 a giovedì 6 agosto, a Pesei sulla strada che da Caregno porta in Pontogna, si è svolto il campo estivo, a cui hanno partecipato 11 ragazzi dai 12 ai 16 anni. Certo, lo stile del reparto che d’estate “colonizza” un prato rendendolo casa per qualche giorno con tende, pali e teli, all’insegna dell’autonomia e dell’avventura, aiuta dal punto di vista del distanziamento e della (naturale) areazione degli spazi. Le sfide, comunque, sono state tante: dal pernotto in tenda rigorosamente a distanza alla preparazione e distribuzione del cibo, dai lavaggi al desiderio dirompente di stare vicini, anche a distanza di un metro, o di sorridersi, anche se tramite la mascherina. La pioggia e i forti temporali notturni dei primi giorni hanno aggiunto ulteriore gusto alla sfida, dalla quale siamo tornati a casa stanchi ma certamente arricchiti e felici. Abbiamo vissuto un’esperienza diversa dal solito, ma preziosa, e abbiamo sperimentato una volta di più che affrontare le sfide insieme le rende più abbordabili… come nella vita, dove la felicità si può conquistare solo insieme, gli uni per gli altri.

Route

Dopo il lockdown con i ragazzi ci siamo chiesti che opportunità potesse essere mettersi in strada dopo mesi di riunioni a distanza e la mancanza dell’altro: la voglia di vivere con gli altri qualcosa di vero! E allora perché farci sfuggire questo orizzonte solo per paura o per il trascinamento dei giorni di solitudine?!

Mascherine, gel igienizzante, attenzioni e attrezzatura al top e…via!! Abbiamo scelto di stare nel nostro territorio per non andare a incidere su problematiche extra-regionali, siamo partiti il 24 luglio da Livemmo e, attraversando le Valli Trompia e Sabbia, siamo arrivati a Limone del Garda il 31 luglio percorrendo le linee di difesa della Prima Guerra Mondiale.

Il cammino quotidiano è stato scandito dalle note di “Viva la vida” dei Modena e da domande derivanti da un articolo scritto da Fratel Guido del Monastero di Bose da cui è stato anche preso il titolo della route: “Le guerre finiscono, la cura invece non finisce mai”. Questo tempo è stato descritto con i sinonimi che ricordano una guerra da vincere contro un nemico nascosto, ma perché non viverlo come una prospettiva nuova che parli di nutrirsi dell’altro, di autenticità, prossimità e perseveranza?!