Sempre avanti con allegria… e responsabilità
Quest’anno per noi sarà all’insegna della responsabilità. Una parola temuta, sentita talmente tante volte che si rischia di perderne il senso profondo. Abbiamo deciso, quindi, di rileggerla, ripartendo dalle radici e aggiungerci un qualcosa in più, a modo nostro, perché siamo consapevoli che la parola “responsabilità” incarni al suo interno l’idea di futuro o, meglio, del nostro – inteso come di Comunità– futuro.
Durante la S. Messa in occasione della Festa della Gioia abbiamo offerto alla comunità parrocchiale tutta la responsabilità liberante dell’essere educatori che educano e al contempo vengono educati. Il nostro impegno ad essere Testimoni. Infatti, abbiamo deciso di testimoniare attivamente la Responsabilità, ovvero, la certezza che - come afferma Papa Francesco - nel mezzo dell’oscurità potrà sempre sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. E abbiamo portato all’altare una bomba – una delle altre parole che vorremmo non sentire più e che in questi giorni riempie le nostre orecchie e la testa – di semi, perché siamo sicuri che sia necessario preparare il futuro perché questo germogli ed è proprio questa una delle altre caratteristiche della responsabilità che abbiamo in mente: un gesto attivo e consapevole nei confronti di chi ci sta accanto.
Il nostro essere educatori, attori viventi e attivi nel vivere e costruire la comunità, fa sì che continuiamo e cerchiamo sempre testimoni credibili per i nostri ragazzi ed è difficile, lo dice anche il Vangelo: alle volte è molto più semplice – e irresponsabile ci piacerebbe aggiungere– farsi chiamare rabbì e non farsi scomodare dalle tante domande che la propria vita, insieme a quella degli altri, ci propone. Essere responsabili, infine, è non fermarsi al dinamismo delle nostre vite e della nostra quotidianità, ma anzi è fare in modo che questo moto che ci pervade ci porti a riaffermare e testimoniare l’Amore. Un amore che è l’affermazione viva e vivente del Vangelo e della Resurrezione poiché, crediamo, che ce lo abbia insegnato Gesù decidendo responsabilmente di dare la propria vita per noi. Siamo sempre più determinati ad andare verso un futuro che parli di Comunità costruendo un luogo fatto di Responsabilità senza farci cogliere dal timore, perché, l’essere umano, di fatto tu lo insegni a noi, è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili.
Costruire una casa, costruire l'amore
Giornate di sole, giochi, natura, accoglienza e condivisione: ecco cosa sono state le Vacanze di Branco quest’anno. Il 30 luglio, con i nostri zaini, siamo partiti per Piazzole pronti ad immergerci in una nuova avventura.
Durante le Vacanze di Branco, guidati dalla storia della Famiglia Madrigal, abbiamo scoperto che noi siamo molto di più di quello che gli altri ci dicono: siamo forti come Luisa e creativi come Isabela oppure siamo quello e anche molto altro? Abbiamo assaporato l’idea che ciascuno di noi può essere veramente ciò che desidera e fare della sua vita un vero miracolo, che proprio come la candela della Famiglia Madrigal, rimane vivo solo quando ci lasciamo aiutare e scoprire dagli altri... e questo ci permette davvero di crescere nel Branco e nella quotidianità.
Ogni giorno abbiamo vissuto diverse avventure tra un torneo di scalpo, una camminata, un’attività manuale e una caccia al tesoro immersi nella natura, ci siamo presi anche un tempo per riflettere e metterci all’opera. Ogni sestiglia, ovvero ogni piccolo gruppetto di lupetti (8-12 anni), ha costruito giorno per giorno parti di una casa, che simboleggiavano il tema della giornata... finestre, porte, pareti e tutto quello che poteva servire, partendo da ciò che la natura aveva da offrirci. Conclusi i lavori di costruzione, abbiamo capito che quello che fa davvero la differenza è l’amore, fatto di piccoli gesti e di quotidianità, che permettono all’altro di guardare dentro la nostra casa e di amarci per quello che noi siamo!
Abbiamo vissuto delle Vacanze estive di Branco divertenti, avventurose e qualche volta anche commoventi e siamo pronti a ricominciare l’anno tutti insieme.
Essere Comunità
Qualche mese fa abbiamo cominciato le attività chiedendoci cosa voglia dire davvero "disimparare” in un mondo che provoca in molti una sensazione di ansia da prestazione, rispondendo provando a capire il valore aggiunto e il senso profondo di certe cose che si fanno sempre nello stesso modo, per poi, forse, farle con altri criteri o in modo diverso. Carichi e caricati da questi pensieri siamo arrivati alle porte dell'inverno, il tempo per noi di iniziare a pensare alla route invernale, che viviamo solitamente durante le vacanze, tra Natale e l'Epifania.
Come tutti sappiamo la preparazione di un viaggio, soprattutto se ci sta particolarmente a cuore, avviene per tempo; la stessa cosa succede quando ci si prepara per una route. L'uomo rischia sempre di essere attanagliato dalle questioni "logistiche", che certamente vanno programmate, ma per noi il centro di questa preparazione è focalizzarci su cosa bolle in mezzo alla nostra comunità e, quindi, su quale significato condiviso costruiremo e vivremo insieme sulla strada.
Quest'anno la route invernale avrebbe dovuto svolgersi tra il 2 e il 5 gennaio, avremmo dovuto camminare nella bellissima Valle dei Laghi tra Trento ed Arco. Il "pane quotidiano" sarebbe stato provare a confrontarci attorno alla domanda "Che cosa significa generare vita?", non nascondendosi dietro alla sola idea di maternità e paternità, ma cercando di avere uno sguardo più profondo e ampio.
Carichi di tante aspettative... siamo stati frenati, come molte altre persone in quel periodo, dal Covid, che ha colpito e costretto in quarantena anche buona parte del Clan/Fuoco. Abbiamo allora estratto dallo zaino i significati distillati con fatica nelle varie discussioni e abbiamo pensato di riconoscere un valore alla Provvidenza che ci dava un’opportunità, certo un po’ scomoda, di rimanere nei nostri paesi, senza però rinunciare a creare una nuova prospettiva che potesse lasciare qualcosa anche agli altri. Abbiamo deciso di non partire e di non fare strada fisicamente, ma di andare a trovare le persone del Clan costrette in quarantena fuori dalle loro case, balconi e giardini per condividere questo momento con loro, passare comunque il tempo di quei giorni insieme, offrendogli tè caldo e biscotti e facendoci offrire i loro pensieri.
Questa proposta è stata certamente una scommessa: ha portato molta serenità, ma anche molte difficoltà successive, infatti la strada ha l'effetto corroborante di “ricaricare le batterie” e la sua assenza si è sentita. La scelta di creare una comunità itinerante che si creasse attorno e grazie alle persone della comunità ha fatto sì che si potesse esplorare un altro senso di route, un nuovo senso del generare e una visione positiva della responsabilità. Decidere di essere accanto agli altri per generare con loro, fare altrimenti sarebbe stato impossibile.
Vacanze di Branco Invernale 2021
Prossimità, alla Vacanze di Branco invernali svoltesi all’ex-asilo d Lozio tra il 27 e 30 dicembre, ha voluto dire “sporcarsi le mani” per e con gli altri. Ci siamo messi all’opera nella costruzione degli “Angeli custodi” pensando agli altri fratellini e sorelline del Branco, donandogli qualcosa di concreto preparato con le nostre mani.
Campo Invernale 2021
Il campo invernale per Esploratori e Guide (12 - 16 anni) si è svolto dal 27 al 30 dicembre 2021 a Malga Brominetto (Bagolino). Insieme abbiamo ragionato di come amare, noi stessi e le persone che abbiamo accanto, scoprendo quali sono le nostre caratteristiche e come coltivarle per essere presenze arricchenti per il nostro prossimo.
Se la strada non c'è, inventala
Il titolo è un vecchio adagio molto caro tra gli scout, attribuito probabilmente al fondatore stesso dello scoutismo, Baden Powell.
Quando a marzo è iniziato il lockdown, nessuno immaginava che la situazione di emergenza sarebbe continuata, seppur con un livello di allerta diverso, fino all’estate.Nei mesi successivi a marzo ci siamo inventati svariati modi per raggiungere i ragazzi del gruppo e creare occasioni di “incontro”… virtuale. Poi giugno è arrivato, e con lui una domanda: come e perché proporre, come nostra abitudine, dei campi (in presenza!) durante l’estate? È possibile mettere insieme dei ragazzi per diversi giorni (pasti e pernotto compresi) in modo sicuro e rispettoso della normativa, senza snaturare le attività che ci contraddistinguono?
Tutte le attese sono uguali?
“Sai aspettare?”.
“So bruciare”.
“Fino alle braci?”.
“Fino alle braci”.
“È perfetto”.Chandra Livia Candiani, L’attesa ardente, da “ll silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione”
Trasformare la nostra visione del mondo, della nostra quotidianità in un gesto rivoluzionario. Una novità da sperimentare in Quaresima.
Partiamo dalle basi: rendiamoci conto di cosa significhi attendere. Stiamo perdendo il significato dell’attesa, non possiamo permetterci di vivere senza sapere cosa accadrà. In questo momento dove si ha il bisogno di sapere e controllare tutto, attendere ci sembra impossibile.
Ma se fosse proprio questo il significato del godersi la vita? E, forse, uno dei modi per incontrare qui ed ora il Regno dei Cieli?
L'intreccio della Torre!
Dal 28 luglio al 5 agosto, presso la Casa Parrocchiale di Teveno (BG) si sono tenute le Vacanze di Branco dei lupetti del Branco Luna Piena di Gardone, dal titolo "L'intreccio della Torre". Insieme a Rapunzel abbiamo avuto modo di addentrarci nella tematica della progettazione: come mi muovo per costruire un progetto? Cosa dicono di me i passi che faccio?
Campo estivo 2019
Per il Reparto (12-16 anni) il campo estivo 2019 si è svolto a Schilpario (BG), dal 25 luglio al 4 agosto. Insieme abbiamo ragionato di protagonismo e rivoluzioni quotidiane per scoprire in che modo ciascuno di noi può fare la differenza nel mondo che lo circonda.
Festa di Primavera 2019
Anche quest'anno i Lupetti del Branco Luna Piena hanno vissuto la Festa di Primavera: occasione per tutti i lupetti della Zona Sebino di incontrarsi e vivere un'uscita all'insegna dell’incontro con qualcuno di diverso da noi.. Tre i branchi che si sono trovati a Paderno per vivere un'avventura piratesca! Ci siamo sfidati tra noi per scoprire ancora una volta che la sfida più grande è crescere insieme nel rispetto reciproco!
Campo di Pasqua di Alta Squadriglia
Anche quest’anno, nei giorni del Triduo di Pasqua, si è svolto un campetto itinerante, iniziato giovedì e conclusosi con la Veglia di Pasqua il sabato in parrocchia, che ha coinvolto i ragazzi dai 14 ai 16 anni del nostro gruppo. Il tema quest’anno erano le nostre paure: guardarle e riconoscerle, scoprendo in che modo ci bloccano, e poi cambiare la prospettiva con cui le viviamo, trasformandole in debolezze, dunque cose che ci appartengono e che possiamo guardare in verità con l’aiuto degli altri, senza timore di essere mal giudicati. Questo, infine, per permetterci di immaginare dei movimenti che, passo passo, ci portano avanti nel superamento delle nostre debolezze. Vivere da salvati, il grande messaggio della Pasqua, non parla forse di credere che siamo amabili e amati pur con le nostre fragilità, e tramite questa consapevolezza, ci permette di trovare il coraggio di affrontarle?
Penitenziagite!
Durante le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri, sono due le formule con le quali il sacerdote pone la cenere sul capo dei fedeli. La più utilizzata, che tutti conosciamo, è “Convertiti e credi al Vangelo”. La seconda, quasi scomparsa ma per certi versi molto più emblematica perché richiama la fedeltà alla terra, è
“Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”.
Quest’ultima ci fa quasi sorridere e ci ricorda un po’ Troisi in Non ci resta che piangere, quando il monaco gli dice: «Ricordati che devi morire!» e lui risponde: «“Sì, sì, no… mo' me lo segno!».
Come Comunità Capi, abbiamo riflettuto sul senso della Quaresima, un periodo dedicato a fare verità in noi stessi, a sostare sulle domande di senso che ci abitano, ad accettare completamente la nostra essenza per farne qualcosa di nuovo.
Custodire umanità
“Sono forse io il custode di mio fratello?”
Gn 4, 9
Gli scout sono solitamente abbastanza facili da identificare, se non altro per via dell’uniforme e del fazzolettone. Ciò che passa un po’ più inosservato, perché accade “dietro le quinte”, è che ogni gruppo Scout si muove seguendo una linea pensata dalla Comunità Capi, a cui è affidato il progetto educativo, che determina il percorso dei ragazzi e non solo. La nostra idea di educazione e di comunità, infatti, non si limita a porre un’attenzione sui ragazzi e sul loro modo di stare in relazione gli uni gli altri, ma contempla anche una parte meno evidente e non scontata, che riguarda la vita di ognuno di noi adulti e la sua custodia.
Pensiamo infatti che il raccontarsi agli altri (e questi altri sono anche i ragazzi che ci sono affidati) avvenga attraverso la condivisione delle fatiche e delle bellezze della nostra vita, delle consapevolezze che abbiamo fatto nostre e delle debolezze su cui periodicamente inciampiamo, delle ragioni che ci portano a fare determinate scelte e dei criteri con cui costruiamo la nostra quotidianità. Questo ci permette di avere intorno qualcuno che si prende cura e veglia su di noi: rendere partecipi gli altri degli accadimenti della nostra vita consente loro di donarci uno sguardo sul nostro percorso, attraverso delle domande che ci consentono di costruire analisi che sappiano arrivare in profondità.