Centenario del gruppo

Cento anni di scoutismo a Gardone

- La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri -

Nell’ambito dei festeggiamenti del nostro gruppo scout, che in questo 2023 compie 100 anni, nei mesi di marzo, aprile e maggio si sono svolti tre incontri di carattere formativo, aperti a genitori, educatori e, in generale, a tutti quelli che si sentono coinvolti nell’idea di essere persone che generano vita. Abbiamo cercato di lasciarci interrogare dal nostro oggi e abbiamo coinvolto i numerosi e affiatati relatori e tutte le persone che sono volute intervenire alle serate in un percorso che si è dipanato lungo l’idea di responsabilità, vissuta non tanto nell’ottica di dover rendere conto a qualcuno di qualcosa, ma piuttosto in quella di dare delle risposte con la nostra vita quotidiana, con le scelte che facciamo e che abbiamo maturato grazie alle esperienze vissute e “distillate” in significati.

Abbiamo iniziato da un’affermazione che talvolta di sente: “Eh, oggi non ci sono più i gnari di una volta”… che è diventata il titolo della prima serata, durante la quale, aiutati dall’educatore Niccolò Cabrini, abbiamo riscoperto le domande che abitano i gnari di oggi (e in realtà anche noi quando eravamo i gnari di ieri), riflettuto su come ciascuno di noi può aggiungere un pezzo, in chiave relazionale e tramite la sua testimonianza, alle risposte che stanno costruendosi.

A marzo, in un vivace dialogo tra padre Davide Brasca, barnabita di Monza, e don Fabio Corazzina, parroco di Fiumicello, moderato dal sagace Edo Martinelli, capo scout di Brescia, ci siamo invece confrontati sul servizio, in particolare sull’opportunità di proporlo in chiave educativa come strumento di crescita. Ci siamo trovati a dialogare, tra l’altro, del valore profetico del servizio, della gratuità e del dono e delle rivoluzioni fatte dagli uomini e dalle donne. Ci siamo lasciati con alcune domande: Quando ci facciamo servi dell’altro ci costruiamo una tana o usciamo allo scoperto? È possibile fare servizio nella gratuità, oppure il mondo del volontariato è parte del sistema? Chi sono i maestri e i testimoni dei ragazzi oggi? Noi li aiutiamo a trovarli e sceglierli? Coinvolgere e coinvolgersi tramite il servizio, proposto ai ragazzi e vissuto, può essere un cammino verso la corresponsabilità (che non è solo collaborazione) di cui tanto si sente parlare anche nella Chiesa, ma che sembra sempre qualcosa che non si può realizzare (perché i laici… perché i preti…)?

La terza serata ha rubato il titolo a un verso di Franco Arminio: “Si sta vicini per fare miracoli”, ed è stata dedicata a riflettere sulla pratica della comunità. Ci siamo chiesti cosa vuol dire “fare miracoli”, e ci siamo detti che gli ingredienti fondamentali sono la volontà di coltivare e custodire, originati dalla consapevolezza di sentirci incompleti, frammenti di un mosaico più grande che per costruire qualcosa hanno bisogno di altri pezzetti che li affianchino. Questa è l’esperienza, tipica anche della Chiesa, che non ci si salva da soli, che però, forse, spesso è pensata ma non praticata con assiduità e fede.

Ora l’estate alle porte per noi sarà tempo di campi, ma gli appuntamenti per i festeggiamenti del centenario ritorneranno in autunno. A presto quindi, e buona strada!