Route estiva 2025 - Cammino dei Ribelli in Val Borbera
Quest’estate, con il Clan, siamo andati in Val Borbera seguendo il Sentiero dei Ribelli. Volevamo una route di Strada e di Servizio – potremmo definirla qui una Route Sociale – che ci permettesse di incontrare più persone possibili, condividere con loro un pezzo di quotidianità e tornare a vivere davvero la Strada.
Camminare, come sempre, ha fatto la differenza: il modo in cui ci muoviamo cambia il modo in cui vediamo le cose. Essere in una valle non così diversa dalla nostra ci ha permesso di vivere quel giusto equilibrio tra presenza umana e natura, conoscere i nomi delle persone, fermarci a parlare, stare davvero al loro fianco e, allo stesso tempo, risalire torrenti e godere di viste mozzafiato sulle vallate appenniniche.
Abbiamo condiviso cibo e case con chi ci ha ospitato, imbottigliato vino, riscoperto e ripulito piccole storie chiuse dentro case pericolanti perchè potessero diventare un piccolo museo. Abbiamo parlato di comunità, di partire e di restare, di cosa significhi costruire il proprio posto nel mondo e dare una direzione alla propria vita.
Durante il cammino abbiamo creato un vero e proprio dizionario dell’errore: ogni giorno ci siamo fermati a rileggere e raccontare i nostri sbagli, piccoli o grandi che fossero — ma sempre veri, vivi e tangibili. La differenza rispetto a un dizionario tradizionale è che il nostro è in continuo cambiamento: evolve, fa sintesi del passato e prova a costruire il futuro. Abbiamo scoperto, al contrario rispetto a quello che oggi tutti dicono, che sull’errore si può costruire: è l’esperienza stessa che ci permette di rileggere ciò che è successo e trasformarlo in qualcosa di nuovo.
È stata una route fatta di incontri, di cose semplici, di errori e tentativi. Una strada che ci ha ricordato che essere ribelli, a volte, significa solo avere il coraggio di fare un passo in più.
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Campo estivo 2025 - Casa Romangelo
Dietro è la casa, davanti a noi il mondo, e mille son le vie che attendon, sullo sfondo di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle. Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo, tornar potremo a casa con passo infin giocondo."
Ospite di una realtà gestita dall'Organizzazione Mato Grosso e accompagnato dalla storia del Signore degli Anelli, questa estate il Reparto (12-16 anni) ha vissuto un campo alla ricerca dei sapori e degli ingredienti dell’Appartenenza.
L’autenticità di sguardi reciproci quando insieme si costruisce qualcosa di nuovo, di un fuoco che stenta a partire, ma che racchiude dentro di sé il potenziale per riscaldare un pasto e una serata di canti, di un momento di riflessione e confronto nel quale lasciar spazio al proprio io più intimo.
La libertà di percepire con i propri sensi l’immensità di un cielo stellato, di percorrere una strada mai vista prima che sa d’indipendenza, di sperimentarsi nello stare in relazione con l’altro in maniera consapevole.
Tutti questi sono elementi essenziali per descrivere un posto a cui sentirsi di appartenere, un desiderio che noi tutti abbiamo, al quale abbiamo cercato di dare una risposta originale, guidati dalla domanda: "Come si costruisce una squadriglia/famiglia felice?"
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Vacanze di Branco estive 2025
Tra il 2 e il 9 Agosto il Branco Luna Piena ha vissuto le VdB estive a Bani di Ardesio.
Si sa, in otto giorni di campo capitano molte cose e si possono sentire molte emozioni diverse: dalla gioia per aver vinto un gioco alla rabbia per un litigio ed è per questo che sono state il tema delle nostre Vacanze di Branco.
A volte è molto difficile avere a che fare con le emozioni, proprie e altrui, anzi, spesso risulta più facile dividerle in emozioni “belle” come la gioia, la speranza e in emozioni “brutte” come la tristezza e la rabbia; oppure si prova a minimizzare, a nasconderle, a considerarle un ostacolo.
Secondo noi, le emozioni non devono essere sottomesse e soppresse, ma non si può nemmeno pensare di farsi prendere e trascinare da esse in modo confuso e incontrollato. Sono una parte di noi che dobbiamo prima di tutto conoscere: i nomi, i rischi e le potenzialità di ogni emozione, ed una volta che le abbiamo conosciute, imparare a crescere e vivere in sintonia con esse. Ed è così che alle nostre Vacanze di Branco abbiamo imparato che è molto più bello vivere e giocare assieme quando tutti si impegnano a condividere Felicità con gli altri, a costruire la Pace, ad essere Orgogliosi di ciò che si è e si fa, ma anche quando si è liberi di piangere per la Tristezza, quando lo Spavento diventa un’opportunità per chiedere aiuto, quando la Rabbia causata da un’ingiustizia diventa il primo passo per dire “Cosa posso fare io per rendere questo posto migliore?”.
Le Emozioni sono il centro della nostra umanità, ed infatti è proprio con questa domanda che abbiamo concluso le nostre Vacanze di Branco: Quale emozione che ho (ri)scoperto mi fa tornare umano?
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“Le” e “la”… plurale e singolare che fa la differenza
“Comunità” è una di quelle parole in italiano che, anche quando sono utilizzate al plurale, cambiano soltanto l’articolo che le precede e danno quindi quella sensazione di essere sempre singolari. È una parola molto abusata e, probabilmente, ne abbiamo perso il significato profondo. Ci chiediamo ormai da tempo: nel 2025, l’idea di comunità si deve reinventare, superando i confini tradizionali e tornando alle origini? È possibile che LE comunità si incontrino, dialoghino e facciano rete per collaborare nell’edificare LA comunità?
Ci siamo messi in ricerca da un po’ e pensiamo che l'attenzione si debba spostare sulla presenza quotidiana e sulla capacità di interpretare i segnali del presente. Le comunità del futuro si possono basare sulla condivisione di un orizzonte comune, costruito attraverso la lettura attenta delle dinamiche sociali, politiche e ambientali. Le comunità, dal sapore antico e pur così contemporaneo, devono avvicinarsi agli uomini e alle donne dell’oggi e stare nel presente, e siamo sicuri che debbano essere primariamente sostenibili! Sostenibilità… parola anch’essa abusata, ma che racchiude molto più potenziale di quello che l’essere umano utilizza oggi.
In tal senso la partecipazione attiva diventa fondamentale, con ogni individuo chiamato a contribuire con le proprie competenze e sensibilità e ancor di più, chiamato ad accostare la propria Vita e le proprie esperienze a quelle di ogni altro fratello e sorella.
Un esempio di questa nuova visione comunitaria può essere l'unità pastorale, che abbatte i confini territoriali a cui siamo abituati. Essi non possono essere più visti come barriere che separano, ma come punti di riferimento che possono essere superati per ampliare l'idea dello stare insieme. L'unità pastorale può diventare così un modello di comunità aperta, generativa e partecipata, dove la condivisione e la collaborazione superano le divisioni. Questo può accadere se decidiamo di metterci tutti, ma proprio tutti, in cerchio avendo così la possibilità di vedere ognuno gli occhi dell’altro. Solo così si può costruire un qualcosa di antico, come la comunità, ma del quale abbiamo un estremo bisogno.
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Di chi ti puoi fidare?
Dal 27 al 30 dicembre il Reparto Popieluszko ha affrontato un caso enigmatico sulla neve!
Durante il campo invernale, svoltosi a Boniprati in Trentino, mille peripezie di misteri e misfatti hanno fatto indagare gli esploratori e le guide sul senso di fiducia e di appartenenza.
Hanno toccato con mano il senso di questi valori per accogliere cinque nuove Promesse, ragazze e ragazzi che hanno scelto di fare parte del nostro gruppo per vivere l'Avventura e la vita Scout.
In conclusione, hanno creato un ambiente di dialogo al Consiglio della Legge, l'occasione dedicata per parlare ed ascoltarsi sui giorni passati insieme, con uno sguardo sul futuro delle relazioni che vivono nella quotidianità delle nostre riunioni, in Reparto e in Squadriglia.
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Dio ama le storie!
“Dio ama le storie!”: è così che le vacanze di Branco di quest’anno sono iniziate.
Dal 27 al 30 dicembre siamo stati a Malonno e abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa significa essere parte di una storia fatta di mani, voci, domande e volti.
Tra la costruzione di nuovi giochi per la tana e le promesse dei cuccioli, abbiamo scoperto che ciascuno di noi è capace di guardare agli altri, raccontare la propria storia e ascoltare quella degli altri, fare domande che parlano di amore e di uno sguardo attento verso di sé e i propri fratellini e sorelline. Il campo si è concluso con il Consiglio della Rupe, momento di celebrazione e comunità, in cui i fratellini e le sorelline si sono detti delle parole d'amore vere l'un l'altro.
Sono state giornate dense e ricche di incontri (e anche qualche scontro) che ci hanno permesso di scoprire che ciascuno contribuisce ad accrescere la vita: la sua è quella del branco e in questa ricchezza c’è Dio, che parla a ciascuno di noi nell’incontro con gli altri.
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Per crescere un figlio ci vuole un villaggio
Il proverbio africano, la cui traduzione è “Per crescere un figlio ci vuole un villaggio” ci ricorda che la crescita di una persona – e in senso più ampio della società stessa – non sono solo il risultato degli sforzi individuali di una famiglia, ma piuttosto di una rete di persone e relazioni che cooperano verso un obiettivo comune. La comunità offre quel supporto collettivo di cui ogni persona ha bisogno per affrontare le sfide quotidiane e creare un ambiente sicuro, accogliente e stimolante in un mondo sempre più orientato all’individualismo e in un momento storico colmo di insicurezze. Occorre riscoprire il valore della comunità che diventa essenziale per garantire il benessere di ciascuno e per progettare un futuro sostenibile e inclusivo.
Vivere in una comunità significa far parte di un gruppo di persone con le quali si condividono esperienze, valori e un senso di appartenenza: una famiglia, insomma! Quando una persona si permette di contare su questa rete di supporto, affronta le difficoltà insieme agli altri. Non si tratta solo di aiuti pratici, ma anche di un supporto emotivo e morale di amore che alleggerisce le pesantezze della quotidianità.
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Viandanti sulla via Vandelli
Per il nostro Clan (17 - 21 anni) è stato un anno particolarmente intenso che si è concluso con la route estiva di fine agosto su quella che viene chiamata la Via Vandelli, costruita a metà del 1700 e che collega Modena a Massa passando per le Alpi Apuane e per i loro bellissimi scorci tra cave di marmo, boschi e mare.
Per cinque del nostro Clan è stato l’anno della Partenza, era quindi giunto il momento di decidere se lo stile di comunità, condivisione e corresponsabilità potesse far parte della propria vita e scegliere dove poter manifestare questa scelta che per molti versi oggi appare radicale a molti esseri umani…fa e facciamo paura.
Partenza per noi Scouts significa decidere di fare la Strada della vita insieme al Cristo che indica la via lavando i piedi agli altri. Mettere i nostri passi nelle tracce del Suo Vangelo e stare con Lui.
Nel Vangelo ci sono molte partenze: quella di Gesù dalla Madre, quella dei discepoli in missione, quella di Cristo dai “suoi” verso la Casa del Padre, quella dei due di Emmaus che tornano a Gerusalemme, quella di Giuda verso la perdizione, quella di Pietro verso il rimorso, dell’adultera verso il perdono, quella dalla cima del monte dopo la trasfigurazione. Il Vangelo è il libro della vita con le sue creature, le fragilità, le resurrezioni.
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“Se cento anni sono la storia, un nuovo sguardo si apre davanti”
Dopo aver festeggiato per tutto lo scorso anno il Centenario della fondazione del nostro gruppo Scout, celebrato all’insegna del motto "la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”, quest'anno ci prepariamo a un nuovo orizzonte, orientati verso il futuro e la responsabilità.
Lo stile scout, che si declina in “Osservo”, “Deduco”, “Agisco”, ci chiede oggi come in passato di saper leggere i segni dei tempi e di non delegare ad altri, ma di adoperarsi dove e come possiamo. Abbiamo deciso di abbracciare il domani, che in molti frangenti è davvero pieno di dubbi e interrogativi, creando un luogo che non sia solo fisico, ma prima di tutto una comunità fatta di persone. Ci immaginiamo che il futuro sarà un momento d'incontro per condividere esperienze, promuovere la crescita personale, costruire relazioni e coltivare la consapevolezza delle sfide globali che ci aspettano. L’unico modo di farlo è accogliere con responsabilità, sostenibilità e fiducia (la Fede di cui si sente molto parlare) tutte le sfide che il futuro e prima ancora il presente ci pongono davanti.
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Sempre avanti con allegria… e responsabilità
Quest’anno per noi sarà all’insegna della responsabilità. Una parola temuta, sentita talmente tante volte che si rischia di perderne il senso profondo. Abbiamo deciso, quindi, di rileggerla, ripartendo dalle radici e aggiungerci un qualcosa in più, a modo nostro, perché siamo consapevoli che la parola “responsabilità” incarni al suo interno l’idea di futuro o, meglio, del nostro – inteso come di Comunità– futuro.
Durante la S. Messa in occasione della Festa della Gioia abbiamo offerto alla comunità parrocchiale tutta la responsabilità liberante dell’essere educatori che educano e al contempo vengono educati. Il nostro impegno ad essere Testimoni. Infatti, abbiamo deciso di testimoniare attivamente la Responsabilità, ovvero, la certezza che - come afferma Papa Francesco - nel mezzo dell’oscurità potrà sempre sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. E abbiamo portato all’altare una bomba – una delle altre parole che vorremmo non sentire più e che in questi giorni riempie le nostre orecchie e la testa – di semi, perché siamo sicuri che sia necessario preparare il futuro perché questo germogli ed è proprio questa una delle altre caratteristiche della responsabilità che abbiamo in mente: un gesto attivo e consapevole nei confronti di chi ci sta accanto.
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Fare miracoli

Nell’ambito dei festeggiamenti del nostro gruppo scout, che in questo 2023 compie 100 anni, nei mesi di marzo, aprile e maggio si sono svolti tre incontri di carattere formativo, aperti a genitori, educatori e, in generale, a tutti quelli che si sentono coinvolti nell’idea di essere persone che generano vita. Abbiamo cercato di lasciarci interrogare dal nostro oggi e abbiamo coinvolto i numerosi e affiatati relatori e tutte le persone che sono volute intervenire alle serate in un percorso che si è dipanato lungo l’idea di responsabilità, vissuta non tanto nell’ottica di dover rendere conto a qualcuno di qualcosa, ma piuttosto in quella di dare delle risposte con la nostra vita quotidiana, con le scelte che facciamo e che abbiamo maturato grazie alle esperienze vissute e “distillate” in significati.
Abbiamo iniziato da un’affermazione che talvolta di sente: “Eh, oggi non ci sono più i gnari di una volta”… che è diventata il titolo della prima serata, durante la quale, aiutati dall’educatore Niccolò Cabrini, abbiamo riscoperto le domande che abitano i gnari di oggi (e in realtà anche noi quando eravamo i gnari di ieri), riflettuto su come ciascuno di noi può aggiungere un pezzo, in chiave relazionale e tramite la sua testimonianza, alle risposte che stanno costruendosi.
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Chi ha orecchie in-tenda!
AGGIORNAMENTO 4/7/2023:
Il progetto di community funding si è concluso: grazie di cuore a tutti quelli che hanno voluto sostenerci!! Con l'aiuto di tutti voi non solo abbiamo raggiunto l'obiettivo, ma siamo andati bel oltre ogni aspettativa: ognuno dei vostri contributi è stato prezioso e ci ha permesso avere successo, GRAZIE!
AGGIORNAMENTO 20/6/2023:
Di nuovo grazie a tutti! Con il vostro aiuto abbiamo quello che ci serve per poter acquistare anche una tenda più grande e pali e assi per le sopraelevate, siete stati preziosi. Mancano ancora circa 10 giorni alla fine della campagna di raccolta fondi, e potete ancora aiutarci. Baden Powell diceva: "Anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano": guardiamo ancora un po' più lontano allora. Con i fondi che raccoglieremo da ora puntiamo ad acquistare due tende igloo per la route estiva dei ragazzi del Noviziato e del Clan/Fuoco. Se volete aiutarci le modalità sono le stesse di prima... grazie!
AGGIORNAMENTO 1/6/2023:
Grazie all'aiuto di tutti in appena 10 giorni abbiamo raggiunto il traguardo e abbiamo i fondi per l'acquisto delle due tende di squadriglia che ci servivano!! Che dire: GRAZIE di cuore! Ora andiamo avanti... è tempo di guardare un po' più in là. Le vostre donazioni continuano ad essere preziose per aiutarci: con i soldi che raccoglieremo da ora in poi vorremmo acquistare una tenda più grande, che ci permetta, in caso di maltempo, di ritrovarci comunque tutti insieme al riparo. Perché, come diceva B.P., "non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento". Insieme a questa tenda puntiamo ad acquistare anche i pali e le assi che ci serviranno per costruire le sopraelevate al campo. Volete continuare ad aiutarci? Il link è sempre lo stesso....
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Costruire una casa, costruire l'amore
Giornate di sole, giochi, natura, accoglienza e condivisione: ecco cosa sono state le Vacanze di Branco quest’anno. Il 30 luglio, con i nostri zaini, siamo partiti per Piazzole pronti ad immergerci in una nuova avventura.
Durante le Vacanze di Branco, guidati dalla storia della Famiglia Madrigal, abbiamo scoperto che noi siamo molto di più di quello che gli altri ci dicono: siamo forti come Luisa e creativi come Isabela oppure siamo quello e anche molto altro? Abbiamo assaporato l’idea che ciascuno di noi può essere veramente ciò che desidera e fare della sua vita un vero miracolo, che proprio come la candela della Famiglia Madrigal, rimane vivo solo quando ci lasciamo aiutare e scoprire dagli altri... e questo ci permette davvero di crescere nel Branco e nella quotidianità.
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